Il “trucco”della bellezza nelle mani di un artista del Make-up – Intervista a Vasco Stolzi
Nella mia carriera professionale ho avuto la fortuna di conoscere molti personaggi con grandi storie da raccontare. Oggi volevo parlarvi di un grande protagonista della televisione italiana, Vasco Stolzi che per molti anni ha lavorato in RAI come truccatore e oggi prosegue la sua carriera come libero professionista con una passione e un amore unico per il suo lavoro.
Ci racconta la sua storia professionale e come ha scelto di fare questo lavoro?
Ho sempre avuto una passione matta per lo spettacolo e ho sempre pensato di essere nato per lavorare in questo ambito. Purtroppo un piccolo paese come Piancastagnaio non può offrire grandi opportunità in questo senso così ho deciso di spostarmi a Roma dove, quasi per caso, ho seguito un corso per truccatori in RAI. Ho subito capito che quello sarebbe stato il lavoro del mio futuro! Ho quindi iniziato a lavorare, prima a fasi alterne poi si è liberato un posto da capo truccatore, ho partecipato alle selezioni e ho avuto il posto. Sono rimasto in RAI per 40 anni e poi ho continuato a lavorare come libero professionista.
Avrà truccato sicuramente moltissimi personaggi famosi, di qualcuno ha un ricordo particolare?
In verità sono tanti in circa 56 anni di carriera. Sicuramente Raffaella Carrà è il personaggio che ho seguito in modo particolare per più tempo. Con lei abbiamo iniziato a lavorare nel 1980 con Millemilioni e poi ho seguito tutti i suoi lavori per 40 anni quasi consecutivi. Poi posso ricordare Mara Venier, Edwige Fenech o Enrica Bonaccorti ma anche molti uomini come Giuseppe Pambieri o Enrico Montesano con cui ho lavorato per la realizzazione di tanti i suoi personaggi.
Quanto è importante il trucco in televisione?
Tantissimo. Lo è sempre stato perché con le luci sceniche e il fatto di essere su uno schermo, l’immagine si appiattisce totalmente. Il trucco quindi ha un ruolo fondamentale per valorizzare le ombre, dare profondità e rendere le proporzioni.
È cambiato lo stile del trucco negli anni?
Forse il cambiamento più importante c’è stato con il passaggio al colore. Quando ho iniziato a lavorare con la televisione in bianco e nero il trucco doveva essere più pesante, più forte per far trasparire la profondità e le proporzioni di un viso al di là dello schermo. Con l’avvento del colore invece abbiamo dovuto imparare a utilizzare un trucco più leggero riuscendo a rendere nello stesso modo. Possiamo dire che in fondo è migliorato per noi truccatori perché con meno riuscivamo a dare di più.
Qual è l’aspetto del suo lavoro che le piace di più?
Sicuramente le trasformazioni e i personaggi. Ho avuto l’occasione di lavorare anche a tanti sceneggiati dove era necessario dar vita a ferite, trasformare il volto di un uomo giovane in quello di un anziano. Ricordo con grande piacere la collaborazione con Enrico Montesano in “Quantunque Io” un programma del 1977 nel quale l’attore interpretava vari personaggi, dalla romantica donna inglese al vecchietto o un altro programma più recente come Tale e Quale Show dove si dovevano ricreare personaggi esistenti. Grazie anche all’evoluzione dei prodotti utilizzati nel nostro lavoro oggi si possono fare dei veri e propri capolavori.
Non si parla solo di make-up ma anche di altri materiali quindi…
Si, vengono utilizzati anche dei materiali tecnici come colle speciali, mastici e collanti che con il tempo sono diventati sempre più raffinati migliorando di molto il nostro lavoro. Sicuramente quando ho iniziato la qualità era minore e forse la sfida era più ardua perché dovevamo arrivare comunque alla perfezione. A tal proposito mi ha fatto davvero piacere quando Enrico Montesano, presente come giudice a Tale e Quale Show, ha messo in risalto il mio lavoro parlando di me proprio come un antesignano di questa tipologia di trucco di scena.
Si tratta anche di un lavoro che richiede tempistiche lunghe…
Si, creare un personaggio richiede un lungo studio e numerose prove. Se il personaggio è inventato è necessario andare a lavorare nei più piccoli dettagli per cercare di dare risalto alle caratteristiche del volto da cui si parte. Quando invece si deve ricreare un personaggio esistente il lavoro consiste proprio nell’andare a creare un’immagine il più possibile simile all’originale. Anche in questo caso c’è una lunga ricerca di perfezione.
Un lavoro veramente affascinante…
Assolutamente. Però deve piacere e lo si deve fare con grande passione e dedizione. Sicuramente non ci si può inventare truccatori da un giorno all’altro. Ci vuole studio e un grande amore altrimenti non si raggiunge mai la qualità giusta. Diciamo che questo lavoro è un po’ un’arte e si ricerca sempre la massima perfezione in qualunque tipologia di make -up. Ad esempio anche nel trucco di una sposa si deve fare una prova e andare gradatamente a correggere i difetti e aumentare i pregi. Questo implica anche uno studio del volto… Il truccatore diventa quasi un pittore che si muove sulla tela di un viso e pennellata dopo pennellata arriva a quell’immagine perfetta che si è prefissato.
Parlando di matrimoni, cosa consiglierebbe a una sposa riguardo al trucco?
Soprattutto la leggerezza. Un fondotinta che sia il più vicino possibile all’incarnato e poi andare a enfatizzare le qualità del viso. Fondamentale mantenere un concetto di bellezza naturale che rimanga nel tempo perché quando, anche dopo anni, si andrà a rivedere le fotografie o i filmati del matrimonio vi si deve ritrovare la persona che si è e un volto non nascosto ma valorizzato dal trucco.
leggi anche